di Elena Bray
Che la ricerca della perfezione non diventi una malattia. Intervista all’autrice. ”Appena ho 18 anni mi rifaccio” di Cristina Sivieri Tagliabue parrebbe un titolo rivolto alle generazioni di giovani donne e uomini che inseguono un corpo perfetto, sempre più perfetto. Dico parrebbe perchè in realtà dietro ogni adolescente o giovane, c’è una famiglia, una madre ed un padre (o uno dei due) che accettano o rifiutano le richieste. Per non parlare poi di una società che propone stili di vita, da cui i giovani non riescono a fuggire in un’età in cui cercano l’identificazione in un modello.
Ho voluto far leggere questo testo a mia figlia perchè fosse lei ad intervistare Cristina, con la freschezza, curiosità irriverente e franchezza tipica di una quindicenne. Le domande e risposte che seguono non sono state contaminate o viziate da mie opnioni e pareri. E’ come dire ” tutta farina del suo sacco”. Mi sono limitata all’introduzione esplicativa.
Caterina Della Torre
Domanda che penso tutti i lettori vorrebbero porle: come ha fatto ad ottenere le fonti per queste storie? Le ha inventate lei oppure ha appeso dei volantini in giro per l’Italia che chiedevano di raccontarle le proprie esperienze di rifacimenti chirurgici?
Quello che ho cercato di non fare è stato cercare su internet, e rubare parole o storie di cui non avessi conosciuto personalmente, dal vivo, l’autrice, o l’autore. In fondo al libro puoi leggere un sacco di ringraziamenti. Ebbene, molte di quelle persone, per lo più donne, hanno attivato un portentoso passaparola che ha fatto sì che io potessi trovare ragazzine e famiglie disposte a raccontare. Con il patto di non svelare particolari che le rendessero troppo riconoscibili…
Come mai ha scelto (se mai c’è stata una selezione) così tante storie a fine poco lieto? Non credo che la percentuale di persone insoddisfatte sia così alta …
Su internet ci sono tante storie di ragazze insoddisfatte…. Nei forum spesso si leggono storie atroci. E tuttavia, le mie storie non finiscono male, e la maggior parte delle ragazze non sono insoddisfatte. Sono soddisfatte, ma hanno sofferto, hanno provato dolore, hanno capito che fa male. E questo, prima di operarsi, loro proprio non lo immaginavano…
Come traspare da alcune storie (in particolare Alessandra n°7) i ragazzi sono influenzata dai mass-media. Secondo lei questo fattore è davvero così significante? Denuncia anche lei i programmi come “Amici, “Uomini e Donne,Lucignolo?
Mi limito alla cronaca dei fatti. Le mie non sono denunce, ma semplici descrizioni di contesti sociali. Non sono andata alla ricerca delle famiglie che guardano la tv ma mi è capitato di incontrarle, e allora ho riportato la dieta mediatica delle ragazzine che decidono che è giusto operarsi, per migliorare il proprio fisico e magari anche per ottenere qualcosa. Magari la tivù…
Lei nella prefazione parla di “metamorfosi della società verso la perfezione, sia in termini di efficienza che estetica, ma non crede che questa ricerca sia positiva? Perchè se una cosa la modifichiamo chirurgicamente sia per farla funzionare meglio che per migliorarla steticamente è per forza regressione? Non crede che il suo discorso sia un po’ bigotto come “siamo nati così, quindi dobbiamo imparare ad accettarci, perché è sempre una questione psicologica e non fisica”?
Forse, anche se poi nella post-fazione dico che anzi, l’iper-corpo è un’evoluzione del corpo così come lo conosciamo. E l’iper-corpo, o super-corpo, o corpo-potenziato, ha il suo fascino. Basti pensare a Pistorius, che corre più veloce di altri con una protesi al posto del polpaccio… Non sono affatto contro le protesi, sono contro le donne-perforza-Barbie, questo sì.
A cosa allude quando dice nella prefazione che “la plastica era già tra di noi, da anni”? Intende le bambole e oggetti vari, o le medicine? Ma a questo punto non diventa troppo catastrofista, perché, insomma, come si può crescere senza giocattoli o superare la giornata con quei terribili dolori che non lasciano un attimo di respiro anche quando si dorme? Non è questa l’evoluzione dell’uomo? Riuscire ad conoscre un problema, trovare la risposta e metterla in pratica, minimizzando i difetti e aumentando l’efficienza …
I bambini oggi nascono e crescono con la plastica. Oggetti, giochi, bambole, garbage. La plastica non è biodegradabile, e un corpo di plastica è un corpo di plastica. La plastica una volta era sinonimo di finzione. Adesso è più realistica della realtà…
Secondo lei una maggiore coscienza da parte della società sul fattore estetico aiuterebbe i giovani a non prendere poco seriamente la chirurgia estetica? Perché, come sottolinea, è sempre un genitore troppo permissivo o i compagni di scuola troppo esasperanti a creare problemi …
Io non credo il problema sia la chirurgia estetica. Credo che il problema siano appunto i genitori non solo permissivi, ma ignoranti, assenti, grossolani, incolti, e al tempo stesso un sistema mediatico opprimente, che porta tutti (anche i compagni di classe, ma non solo) a dover essere sempre e comunque e per forza in una maniera soltanto: magri, alti, con lineamenti iperregolari non fosse per il seno, che quello sì deve essere enorme.
Si può curare la voglia di “rifarsi” con qualche visita dallo psicologo?
Tutti i chirurghi consigliano di fare un salto dallo psicologo prima di decidere per un’operazione. Lo consigliano quando sono di fronte ad una giornalista dichiaratamente giornalista. E invece, quando non spieghi che sei giornalista, si comportano esattamente al contrario, quasi fossero commercianti. Andare dallo psicologo credo faccia bene in generale. Ancor di più quando ci si fa un sacco di complessi, magari per nulla.
Denuncia ogni tipo di chirurgia estetica?
Assolutamente non denuncio nessun tipo di chirurgia estetica. Denuncio semmai una società che si sta perdendo dietro finti valori. Valori di plastica, appunto. Che oggi valgon quasi di più di quelli reali.
Ma ora parliamo delle “storie” che ci ha sottoposto. È così importante per una ragazza di colore riuscire a diventare più bianca?
Anche ora che a ricoprire un ruolo così importante come presidente degli stati uniti è un uomo nero?magari questo cambio di immagine ha giovato all’opinione della società verso un colore di pelle differente dal bianco …
Nessuno può sapere cosa si cela dentro la testa di una ragazzina. Soprattutto se questa ragazzina, come le amiche, non fa altro che ascoltare Beyoncé, e desiderare di esser come lei… I modelli come Obama credo siano ancora lontani dagli adolescenti. Per molti di quelli che ho incontrato io, durante questa ricerca, anche francesce, anche inglese, anche giapponese, sono più vicini i riferimenti televisivi e musicali che quelli politici.
Ha inserito dei trattamenti così bizzarri come quello ai piedi e alla vagina, o addirittura alle palpebre per farci comprendere il livello allarmante a cui si è arrivati pur di comparire perfetti?
Sono verità che ho incontrato. Fanno paura, fanno impressione, fanno ribrezzo, anche. Ma che avrei dovuto fare, dimenticare, lasciar andare?
Lei ha mai pensato di farsi qualche piccolo intervento, magari per piacere di più al suo ragazzo o a se stessa?
Una volta, quando ero piccola, pensavo di essere secchiona però anche un poco carina. E invece, sia per i canoni della tv, sia per i chirurghi estetici e plastici (che mi hanno consigliato tante piccole cosette tipo punturine in viso e altre amenità) ho capito di non rispondere al modello Barbie. Ci ho pensato eccome, dopo aver capito che non ero bella durante l’elaborazione di questo libro, a sistemarmi. Mi sono venute un sacco di insicurezze che prima non avevo… E tuttavia, sono problemi che arrivano se dai troppa attenzione all’estetica. Per fortuna, nella vita, la cosa più importante per me sono sempre stati i contenuti. Certo correre fa bene, e anche fare ginnastica. Però che non diventi una malattia, questa ricerca della perfezione.